Google Hummingbird, dal Capitolo 6 secondo Matteuzzi

Pubblicato da: Enrico Flacowski

In realtà San Jacopo Matteuzzi non è l’autore di questo pezzo: lui, San Flavio Mazzanti e i loro discepoli di Studio SAMO hanno faticosamente tradotto questa Bibbia SEO e questo è solo un piccolo estratto.

Sono 3 motivi principalmente che mi hanno convinto a pubblicare nel blog questa breve storia di Google Hummingbird:

  • Durante il crowdfunding del libro (adesso prenotabile su Amazon), decine e decine di superSEO mi hanno chiesto «Il testo è un po’ vecchiotto, sicuramente non sarà aggiornato ad Hummingbird»… be’ l’ultima edizione è del 2015 e in copertina c’è un colibrì… Come dicono a Milano, fai un po’ te!!!
  • Sempre in questo lasso di tempo, molti scettici mi hanno detto che «La SEO è morta e non serve a nulla, che senso ha pubblicare un libro? Basta tenersi aggiornati online».
  • Altri invece sostengono che la SEO cambia così in fretta che non ha senso pubblicare un libro sulla SEO.

The Art of SEO (italiano)

di Jacopo Matteuzzi e Flavio Mazzanti

Il libro di SEO più autorevole al mondo, tradotto e interpretato dal team Studio SAMO.

Gli autori di questo libro trattano l’argomento come degli storici dell’arte, in modo capillare e analitico. Per spiegarti il funzionamento di un algoritmo, partono da quando è nato fino alle sue recenti evoluzioni, modifiche per lo più conseguenza dell’intervento abusivo dei SEO. Ma in questo caso no, in questo caso spiegano come la ricerca su Google sia stata migliorata grazie al perfezionamento della ricerca vocale.

Per capire fino a che punto la ricerca (e la SEO) sono cambiate, basta considerare gli enormi passi in avanti fatti dalla ricerca vocale. Quando usiamo la voce, tendiamo a parlare per frasi e non per keyword, e affinché Google possa fornirci risposte utili è necessario che capisca la nostra query di ricerca. Per gestire con successo le query vocali, Google deve necessariamente capire gli intenti, ma per farlo deve prima capire il contesto in cui avviene la ricerca. La stessa tecnologia applicata alla ricerca vocale di Google prima del 30 agosto 2013, è ora applicata alle tradizionali ricerche di testo che conosciamo tutti. Hummingbird (in italiano colibrì, così chiamato perché preciso e veloce) ha un numero di funzionalità che nessun motore di ricerca includeva prima.

Per prima cosa, prende in considerazione l’intera query di ricerca, non solo le keyword, ma ogni parola. Secondo, analizza chi svolge la ricerca. Improvvisamente, elementi come la cronologia e l’andamento di ricerca sono importanti per ottenere i giusti risultati, nel momento giusto, per la persona giusta. Come terza cosa, prende in considerazione anche come viene condotta la ricerca.

Il tipo di dispositivo utilizzato, l’ora in cui la ricerca viene svolta o la posizione ora costituiscono parametri importanti per determinare i risultati della ricerca. Hummingbird, oltre ad avere una sensibilità linguistica (è in grado di processare in modo migliore un linguaggio naturale), può anche comprendere meglio la relazione tra le query e i bit di dati; ed è proprio in questo campo che accade la vera magia.

In realtà, la ricerca semantica ha a che fare con le connessioni relazionali e con i contenuti contestuali. Per fornire i giusti risultati, nel momento giusto, per la persona giusta, la ricerca semantica deve capire l’importanza della query per quella persona e l’importanza della query in relazione ai dati già presenti negli indici e ai dati che sta attualmente indicizzando. Ogni singola porzione di dati contenuta nel Web visibile deve essere crawlata, indicizzata e valutata rispetto a tutte le altre porzioni di dati, e successivamente pesata per una determinata query di ricerca.

Il risultato di questo approccio è che la tradizionale prima pagina di Google, ambita da molti professionisti della SEO in passato, è ora scomparsa. Sebbene queste affermazioni potrebbero far capire che la SEO come noi la conoscevamo è morta, nessuna affermazione potrebbe essere più lontana dalla realtà (anche perché se fosse vera questo libro non sarebbe così lungo).

Più leggo questo libro e più mi rendo conto che la SEO è la studio forse più approfondito della mente umana che sia mai stato fatto nella storia ed è incredibilmente affascinante, stop! Chi tra i professionisti del Digital afferma che la SEO non serve a nulla, il più della volte, è un venditore di pentole che basa il suo business sulla persuasione di seguaci, un pusher di funnel che spaccia email/podcast/telegram per divulgare concetti triti e ritriti ricalibrando di volta in volta il sound motivazionale. In realtà, molti di questi guru poi, sottobanco, la SEO la fanno eccome! E si crucciano per posizionarsi con questa o quella keyword, soprattutto sulle keyword long tail.

Burloni, ora che ho letto il libro non mi fregate più ????

E.

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